Nel commentare con i colleghi esperti di selezione del personale il periodo storico che stiamo vivendo, è emersa la consuetudine di fare colloqui via Skype.
E’ evidente che è impossibile da creare il tipo di spontaneità che si tenta costruire con l’intervista quando si è fisicamente vicini.
Parlare di sé, raccontare sequenze della propria vita che fanno riaffiorare bagagli emozionali complessi, richiede un interlocutore di esperienza, che sappia cogliere velocemente e interpretare il racconto.
Lo spessore esistenziale dell’intervistatore è determinante: potrebbe cadere nella manipolazione dell’intervistato che costruisce la propria storia in funzione di quanto pensa si voglia sentir dire l’interlocutore.
La costruzione del proprio personaggio è più facile se non si è fisicamente vicini. Se vuoi andare al di là delle competenze tecniche, e individuare quelle trasversali, devi impegnarti molto e attingere ai tuoi saperi psicologici, storici e sulle tecniche di comunicazione.
La storia che raccogli può essere intrisa di miti e fantasie legate ai vissuti dei nuovi mondi virtuali.
Quando si ritornerà al nostro lavoro senza impedimenti e si parteciperà alla ricostruzione del mondo economico, la nostra professionalità sarà determinante nell’individuare le figure veramente adatte alle posizioni più variegate che ci chiederanno di ricercare.